Onorevoli Colleghi! - Una rinnovata e non formale attenzione al mondo giovanile, alle sue istanze, alle sue esigenze e, soprattutto, alle sue potenzialità ha caratterizzato l'azione del Governo sin dalla sua costituzione e, in coerenza con le indicazioni del programma dell'Unione 2006-2011, formalmente depositato ai sensi del comma 3 dell'articolo 14-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è stata istituita la figura del Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive, con finalità di interlocuzione e di elaborazione istituzionale di una politica ispirata a una profonda valorizzazione del ruolo dei giovani nel nostro Paese.
Tale impostazione ha trovato un suo primo naturale riscontro nel Documento di programmazione economico-finanziaria, presentato il 7 luglio 2006, con il quale si è evidenziata l'intenzione di «investire con forza anche sulla parte giovane del Paese, sostenere e valorizzare le energie creative dei giovani. Investire nei giovani significa infatti investire nella ricchezza della nostra società di oggi e di domani». In tal senso, il Governo si è impegnato «ad avviare un vero e proprio Piano nazionale per i giovani che risponda agli obiettivi dell'accesso dei giovani alla casa, al lavoro, all'impresa, al credito e alla cultura».
La serietà di una classe politica si misura dalla capacità di saper tradurre in azioni concrete le parole d'ordine o le formule programmatiche. Certamente, in materia di politiche giovanili si riscontrano primi significativi impegni, tanto che nella recente legge finanziaria n. 296 del 2006 sono stati stanziati 120 milioni di